Rapina all'American Express by Eddie Guerin

Rapina all'American Express by Eddie Guerin

autore:Eddie Guerin [Guerin, Eddie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-03-07T12:00:00+00:00


La mia fuga sensazionale

Sto arrivando ora a quello che è probabilmente il periodo piú importante della mia vita, vale a dire il momento in cui riuscii a fuggire e tornare alla civiltà, seguito dalla grande notorietà internazionale di cui ho goduto da allora.

Prima di continuare a raccontare la storia reale della mia vera evasione, vorrei cogliere l’occasione per dire che nessun prigioniero è mai riuscito a sottrarsi alle Îles du Salut, o comunque a vivere abbastanza per raccontarlo. Ci sono stati indubbiamente innumerevoli tentativi, e ne racconterò uno avvenuto mentre ero a Royale, fatto dal mio coraggioso amico italiano Delonda che, anche dopo essere stato punito per il nostro piccolo complotto a St Joseph, non aveva mai abbandonato la speranza di riconquistare la libertà.

Il mondo esterno ha l’impressione che la colonia penale della Guyana francese non sia altro che l’Île du Diable. È facile capire come sia nata questa leggenda. Quando lo sfortunato capitano Dreyfus fu condannato da una corte marziale costituita dai suoi fratelli ufficiali al carcere a vita, fu mandato all’Île du Diable, un nome eminentemente adatto per una desolata e squallida roccia che emerge dal mare.

Dubito persino che molte persone fuori dalla Francia avessero mai saputo che c’era nella Guyana francese una grande colonia penale. Ma quando il caso Dreyfus si trasformò in una delle piú celebri cause di tutti i tempi, e si scoprí che la vittima di questo terribile complotto era stata condannata a trascinare il resto della sua vita sull’Île du Diable, si pensò generalmente che quel nome fosse applicato all’intera colonia.

Come ho già spiegato la maggior parte degli uomini si trovava sulla terraferma in un luogo chiamato Maroni. Le isole erano usate solo come luogo di detenzione per i criminali peggiori, e finché un uomo mostrava ai funzionari di potersi comportare bene, veniva tenuto sulla terraferma piú o meno a tempo indeterminato. Tuttavia, dopo l’affaire Dreyfus, il pittoresco appellativo di Île du Diable, abbastanza appropriato alle circostanze, fu conferito all’intero insediamento.

Il motivo per cui lo chiarisco è che quando riuscii a fuggire, diventando l’«eroe» di due continenti, si credeva che fossi scappato dall’Île du Diable. La credenza dura ancora e lo farà probabilmente fino alla fine dei tempi, ma è completamente falsa.

Quando raggiunsi Chicago nel 1905, ancora una volta da uomo libero, la stampa americana se ne uscí raccontando l’incredibile storia di come avevo fatto ciò che il capitano Dreyfus con tutti i suoi amici non era riuscito a fare.

Racconterò la storia completa della mia fuga e degli eventi intensamente drammatici che l’hanno seguita al momento opportuno. Intanto vorrei dire che l’Île du Diable non è abitata se non da qualche prigioniero occasionale che viene portato lí a tagliare noci di cocco.

Fu certamente lí che il capitano Dreyfus fu detenuto quando raggiunse la Guyana francese. Viveva in una piccola baracca circondata da un muro, sorvegliato giorno e notte da soldati che non lo perdevano mai di vista. Il muro era stato costruito quando le manifestazioni in favore della sua liberazione misero a rischio



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